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«La riflessione non va oltre lo stato preliminare. Non si riesce a vivere oggettivamente il mondo attraverso il paragone, ma solo uscendo da se stessi, concedendo a se stessi di precipitare.» Anselm Kiefer

La pianura in fiamme – Juan Rulfo

 

pianura in fiamme

LA PIANURA IN FIAMME
Juan Rulfo
Traduzione di Maria Nicola
Einaudi 2012

Immagino che conosciate quella sensazione che si prova nell’addentrarsi per le vie strette di un borgo antico. Ma non quei borghi antichi trasformati in trappole per turisti con attacchi di nostalgia. Intendo un borgo ancora non rimesso a nuovo, restaurato, riconvertito, non uno di quei borghetti puliti e rigovernati come la cucina di vostra nonna. Non l’antichità da antiquario o da turista quindi. Un borgo antico non soltanto segnato dal tempo ma roso dal tempo fino allo scheletro, decrepito più che decadente, calcinato, ormai muto, spento, un borgo antico senza più vita ma che risuona di memorie stanche, muri che si sgretolano da un tempo immemore e che continueranno a sgretolarsi molto dopo che tu ti sei sgretolato, povertà sedimentata, vecchio dolore stantio e ferocia che scricchiola sotto i passi, intonaco di sangue rappreso, pavimento di feci non raccolte, malattia, stupri e lotte incrostate nei segni anonimi sui muri. Tutto ormai rinchiuso nel passato eppure ancora percepibile nel silenzio che da quel borgo si alza.

Io penso che questa sensazione l’abbiate presente.
Aspra e penetrante.
Avvolgente e appiccicosa.
Attrazione irresistibile per il luogo dove il dolore è stato più intenso, come ossari, patiboli e camere di tortura, attrazione per il tempo che è trascorso facendo strage di corpi e di anime, attrazione per quel silenzio carico di ricordi che nessuno più può raccontare.
Io penso che ci siate passati in una nube di questo tipo.
E ne siate usciti senza parole, ogni parola prosciugata, disseccata da quelle pietre straziate.
Eppure vi sentivate bene, non è così? Perfino meglio di quando ne siete entrati in quell’orrore, contenti dell’esperienza, della visita, del ricordo.

Juan Rulfo riesce a essere tutto questo. La pianura in fiamme sono brevi racconti, ognuno come uno di quei muri, di quei vicoli, di quei palazzi marci. Entrate in queste pagine, passate da una storia all’altra, le attraversate, fino alla fine. In silenzio, con la fronte aggrottata e gli occhi a fessura, osservando la distruzione che vi circonda, ascoltando il silenzio, sentendovi prosciugati da quello scrittore immenso che è Juan Rulfo.

– Un’altra cosa, signore. Lei non vedrà mai un cielo azzurro a Luvina. Lì tutto l’orizzonte è dilavato; sempre coperto da una macchia caliginosa che non va mai via. Tutte quelle colline brulle, senza un albero, senza una sola cosa verde per riposare gli occhi; tutto avvolto in quell’alone di cenere. Lo vedrà: quelle montagne spente come fossero morte e Luvina sulla più alta, a coronarla con le sue case bianche come fosse una corona da morto…

Le descrizioni dei luoghi prosciugano l’anima da ogni speranza di salvezza o di assoluzione. Tutto ne La pianura in fiamme riporta gli uomini alla loro dimensione primigenia, ineluttabile: il dolore che attraversa la vita di stenti, la violenza tra bestie umane, la morte come evento naturale, normale, accidentale come un temporale stagionale, come una semplice divagazione dalla monotonia dei giorni.

Rulfo parla con voce monocorde, lenta ed estranea, estrema anche, voce da prete dissoluto o da assassino condannato. Inventa storie mettendo a nudo una fantasia incontenibile, raccogliendo ogni frammento di realtà incroci il suo cammino e colorandolo con quella tinta caliginosa del cielo di Luvina. Sono storie di persone vive solo per la legge e per la letteratura, in realtà fantasmi, ombre, involucri svuotati di ogni contenuto, esseri insensati.

Sono i nomi, solo quelli, solo attraverso i nomi che un piccolo, probabilmente falso, lampo di vitalità ancora si mantiene. I nomi dei personaggi di Rulfo sono stupefacenti, colorati come festoni, sventolano come bandiere. Ma non c’è nessuno a portarli. Sono solo nomi.

Melitón – Faustino – Teban – Odilón Torrico – Remigio Torrico – zia Jacinta – Tacha – la Tambora – don Justo Brambila – Margarita – Natalia – Tanilo Santos – Madrina – Felipa – Petronilo Flores – La Perra – Pedro Zamora – el Chihuila – Pichón – Justino – don Lupe Terreros – Juvencio – Agripina – Camilo – Feliciano Ruelas – Tránsito – Estanislao – Urbano Gómez – Fidencio Gómez – Lucio Chico – la Berenjena – Tranquilino – Euremio Cedillo – Matilde Arcángel – Lucas Lucatero – Pancha Fregoso – Homobono Ramos – Ponciano – Emiliano – Crescenciano – Toribio – Anacleto Morones

Che scrittore stratosferico, Juan Rulfo.

7 commenti su “La pianura in fiamme – Juan Rulfo

  1. Patrizia
    22 ottobre 2016

    mi piace moltissimo Rulfo, ma sicuramente non voglio leggerlo nella nuova traduzione uscita qualche anno fa de “La pianura in fiamme”. Non posso leggerlo in lingua originale, purtroppo :)

    • 2000battute
      22 ottobre 2016

      Non conosco la traduzione precedente. Quella di Paolo Collo per l’edizione recente di Einaudi mi è sembrata ben fatta, non ho mai avuto l’impressione di cedimenti.

  2. karenina
    22 agosto 2016

    Mi sono espressa male, è la stessa raccolta (più o meno) ma con una diversa traduzione anche dei titoli.

    • 2000battute
      22 agosto 2016

      ah! :)

    • 2000battute
      22 agosto 2016

      In ogni caso Rulfo ha una intensità di scrittura pari solo al suo apparente straniamento. Una lettura strepitosa

  3. karenina
    22 agosto 2016

    Le atmosfere di Rulfo sono davvero stranianti, concordo con quello che dici.
    Ho letto questa raccolta dopo aver acquistato su di una bancarella per una cifra ridicola La morte al Messico, vecchia edizione Mondadori con un’altra traduzione.
    Ne hanno parlato qui, se ti interessa
    http://www.anobii.com/books/La_morte_al_Messico/01de8c558b125f4159
    Mi piacerebbe leggere l’originale.

    • 2000battute
      22 agosto 2016

      non conoscevo l’esistenza di questo libro, mi sa che sia introvabile, a meno che non sia pubblicato ma con altro titolo

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Questa voce è stata pubblicata il 20 agosto 2016 da in Autori, Editori, Einaudi, Rulfo, Juan con tag , , , , .

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