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«La riflessione non va oltre lo stato preliminare. Non si riesce a vivere oggettivamente il mondo attraverso il paragone, ma solo uscendo da se stessi, concedendo a se stessi di precipitare.» Anselm Kiefer

Ultimo parallelo – Filippo Tuena

tuena_ultimo_paralleloULTIMO PARALLELO
Filippo Tuena
Il Saggiatore 2013 

Per raccontare una storia vera ci sono due modi per farlo. Il primo, quello canonico è raccontare ciò che accadde, in bello stile possibilmente; sono concessi arzigogoli e incursioni del narratore, ma senza eccedere e senza soverchiare la trasposizione dei fatti acclarati. Il nastro della storia va srotolato senza strappi, con cura, dipanando i frammenti di nuovo uniti per riportare in vita ciò che non lo è più. Questa è Storia, non Romanzo.

Esiste poi un altro modo. Quello del Romanzo e Ultimo parallelo in copertina riporta sotto al titolo, un po’ in piccolino, “Romanzo”. Quindi è il romanzo di una storia vera, la storia della spedizione britannica del capitano Scott alla conquista del Polo Sud, raggiunto il 17 gennaio del 1912, dopo quasi due mesi e mezzo di avanzata sulle nevi antartiche, per trovarvi già piantate le bandiere norvegesi della spedizione di Amundsen che li precedette di più di cinque settimane.

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Il “Pole party”, il gruppo di cinque esploratori che avanzarono verso il Polo Sud dopo che i membri della spedizione di supporto fecero ritorno al campo base.

Ultimo parallelo è il romanzo dei secondi a raggiungere il Polo Sud, degli sconfitti di quella gara, ma è un romanzo, non la storia, ricordatevelo, e non poteva essere altrimenti perché del gruppo di cinque esploratori che raggiunsero il Polo Sud, tra cui il capitano Scott, non è tornato nessuno alla base a raccontare i fatti. Sono stati ritrovati i diari, scarne note che hanno permesso di riconoscere qualche ombra, e delle fotografie, che non parlano tuttavia.
Per raccontare una storia, per scrivere il romanzo della spedizione Scott e per far rivivere quei morti nel ghiaccio, serviva una voce pacata, la voce dell’ombra, la voce di colui che vede ma non compare, che segue senza lasciare tracce sulla neve. La voce dell’uomo in più.

Cito Filippo Tuena che cita T.S. Eliot di The Waste Land:

Who is the third that walks always beside you?
When I count, there are only you and I together
But when I look ahead up the white road
There is always another one walking beside you
Gliding wrapt in a brown mantle, hooded
I do not know whether a man or a woman
– But who is that on the other side of you?

Chi è quel terzo che cammina sempre al tuo fianco?
Quando conto, ci siamo soltanto tu e io, insieme
Ma quando guardo avanti verso il sentiero bianco
C’è sempre un altro a camminarti al fianco
Che scivola avvolto in un mantello bruno, incappucciato
Non so se sia uomo o donna.
– Ma chi è quello che ti sta dall’altra parte?

(Traduzione di Filippo Tuena)

In una successiva spedizione antartica di Ernest Shackleton, i membri riportano la stessa sensazione, quella dell’uomo in più, durante una notte drammatica sul ghiaccio.

Sembra strano, vero?, parlare di un romanzo che narra di avvenimenti che nessuno mai ha potuto riferire citando un poeta che immagina una presenza ectoplasmica, un’anima d’ombra o un miraggio della sovrumana solitudine di una terra desolata e citando anche degli esploratori che riferirono di quella stessa sensazione mistica, ambigua, che confonde e consola.
Lo sembra. Strano, intendo. Ma non lo è se si legge Ultimo parallelo, un romanzo affascinante che coinvolge, ammanta di quel gelido biancore antartico chi lo legge e, allo stesso tempo, infonde la necessità di procedere verso la tragedia inenarrabile, la lenta morte di quegli uomini che si accompagna passo dopo passo, sforzo dopo sforzo, in una progressione sempre più lenta, inutile, senza speranza. Lo si fa con pacata angoscia e animo tranquillo, immersi nel biancore delle pagine, nel biancore della neve, nel biancore delle anime e nel candido volto della morte.

È l’uomo in più lo stupendo narratore di questa storia fantasiosa ma vera. È sua la voce pacata, la voce d’ombra che segue e vede ogni istante della spedizione, che vola sul ghiaccio per spostarsi in un frullo d’ali di centinaia di miglia e fare ritorno, che osserva la fatica sovrumana di quegli uomini, la caparbia follia, gli errori strepitosi e il lento disgregarsi dei corpi nel fatale ritorno.

È con la voce calda e imperturbabile dell’uomo in più che ci si estranea dagli affanni e dai patimenti degli uomini sferzati dal blizzard antartico, dall’abbattimento cruento dei pony usati dalla spedizione, dagli stenti di quei coraggiosi trasformati in bestie da soma per muovere con lentezza esasperante le pesanti slitte sulla neve polare e dal terrore del ghiacciaio che, come corpo animato, freme, scivola, si sposta aprendo orrendi crepacci nel ghiaccio blu. La voce calda dell’uomo in più ci accompagna sorvolando la terra desolata, riparandoci dalla violenza del clima ed evitandoci ogni sforzo; ma questo sguardo distaccato e morbido diventa via via lugubre, diventa lo sguardo della morte, della solitudine, diventano uno sguardo e una voce inumani, noi, io lettore, ho avvertito la spietatezza del mio sguardo lontano e fedele, incurante dell’intimità della sofferenza, capace di penetrare la nebbia polare per osservare i pensieri di uomini isolati e sconfitti.

Grande libro di Filippo Tuena.
Chapeau ai coraggiosi della Storia e all’autore del Romanzo.

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Il capitano Scott e i membri del Pole party al Polo Sud ritratti davanti alla tenda sulla quale sventola la bandiera norvegese della spedizione di Amundsen che li precedette.

4 commenti su “Ultimo parallelo – Filippo Tuena

  1. Filippo Tuena
    6 novembre 2013

    ma grazie! :)

    • 2000battute
      6 novembre 2013

      Grazie a te per averlo scritto, altroché. :)

  2. dietroleparole
    5 ottobre 2013

    Grazie. Da un po’ giro intorno a questo libro. La tua recensione mi ha fatto capire perchè. Grazie anche per tutti gli altri consigli di lettura di cui approfitto da un po’ di tempo. Bellissimo blog. Un saluto

    • 2000battute
      5 ottobre 2013

      Ciao e grazie a te. A me è sembrato un gran libro questo, bravissimo Filippo Tuena.

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Questa voce è stata pubblicata il 5 ottobre 2013 da in Autori, Editori, Il Saggiatore, Tuena, Filippo con tag , , , , , .

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